1Bertuzzi G., 2Marzola A., 3Angelini P.
1 Master in Medicina Estetica,
Facoltà di Medicina e Chirurgia, Università degli
Studi di Roma “Tor Vergata”.
2 Studio Fisioterapico “Marzola”,
Foligno (PG).
3 Dipartimento di Biologia Vegetale e Biotecnologie
Agroambientali e Zootecniche, Università degli Studi di
Perugia,
Gli oli essenziali sono conosciuti per le loro proprietà antibatteriche
(Boatto et al., 1994; Panizzi et al., 1993),
antivirali (Sivropoulou et al., 1997) e antifungine (Kishore et
al., 1993), ma il meccanismo di azione degli oli essenziali
sui microrganismi è trattato solo in alcune pubblicazioni.
Alcuni autori hanno attribuito l’attività antimicrobica
degli oli essenziali alla interazione del loro gruppo funzionale
(essenzialmente il fenolo) con lo sviluppo delle cellule microbiche
(Kurita et al., 1979; Franchomme, 1981), mentre altri
autori hanno evidenziato che gli oli essenziali causano un
deterioramento della membrana citoplasmatica (Knoblock et al.,
1988; Meyers et al., 1974).
E’ stato anche ipotizzato che la complessa costituzione
degli oli essenziali presenta una forte barriera all’adattamento
dei patogeni che avrebbero preferito una più semplice miscela
di monoterpeni. Questa teoria è ben documentata nel dettagliato
studio sull’attività antifungina dell’olio
essenziale di Myrica gale (Carlton et al. 1992;
Svoboda et al., 1998 b).
Deans e Ritchie (1987) hanno esaminato 50 diversi oli essenziali
per le loro proprietà antibatteriche contro 25 generi di
batteri, usando la tecnica dell’agar-diffusione. Gli oli
essenziali hanno esercitato un’inibizione nella crescita
di microrganismi, dipendente dalla concentrazione dell’olio
e dalla composizione chimica. Di particolare interesse è l’attività antimicrobica
degli oli essenziali nei confronti dei microrganismi degli alimenti
(Fyfe et al., 1998; Tassou et al., 1995; Angelini et
al., 2006).
L’attività antimicrobica degli oli essenziali viene
sfruttata, in modo particolare, nel settore ginecologico e dermatologico.
In ginecologia, gli oli essenziali possono essere usati nel trattamento
di infezioni acute, croniche o ricorrenti legate ad alcune patologie
(ad es., infezioni causate dal lievito Candida albicans,
infezioni vaginali o urinarie causate da batteri coliformi e infezioni
causate da streptococchi del gruppo B).
L’Aromaterapia può anche sostituire la terapia
antibiotica al fine di minimizzare alcuni effetti collaterali,
soprattutto nel caso di persone allergiche, donne incinte e donne
che allattano; spesso viene anche usata in persone che non desiderano
essere trattate con antibiotici.
Alcuni oli essenziali possono anche essere usati nel trattamento
meticillina resistente di Staphylococcus aureus (MRSA)
(Carson et al., 1995; Sherry et al., 2001). Per
il trattamento di infezioni ginecologiche di maggiore gravità,
gli oli essenziali possono anche essere associati con gli antibiotici.
Il modo di azione degli oli essenziali è simile a
quello degli antibiotici (Conner and Beuchat, 1984; De Billerbeck
et al., 2001; Knobloch et al., 1988), ma agiscono anche mediante
differenti meccanismi. Infatti, gli oli essenziali influenzano
l’ambiente ecologico (Langenheim, 1994), ostacolando la sopravvivenza
dei microrganismi e rinforzando il terreno del paziente (Valnet et
al., 1978. In aggiunta, alcuni oli essenziali possiedono un’azione
topica sulle membrane urinarie e delle mucose genitali (Baspeyras,
1995) o possono essere usati come agenti topici per la decolonizzazione
di MRSA (Caelli et al., 2000).
Arnal-Schnebelen et al. (2004) hanno realizzato uno studio
in cui è stata testata l’attività antimicrobica
di 31 oli essenziali mediante il saggio dell’agar diffusione/aromatogramma
su 658 microrganismi vaginali: 287 ceppi di Candida albicans,
121 ceppi di Escherichia coli, 114 ceppi di Streptococcus del
gruppo B (S. agalactiae), 80 ceppi di Streptococcus
epidermis. L’analisi dei risultati ha evidenziato l’elevata
attività antimicrobica di alcuni oli essenziali: Coridothymus
capitatus Reichb., Cinnamomum zeylanicum Ness., Cinnamomum
cassia Ness., Thymus vulgaris L., Satureja hortensis L., Thymus
serpyllum L. and Pinus pinaster Ait. Il saggio dell’agar
diffusione/aromatogramma assicura una maggiore efficacia del trattamento
aromaterapico.
Un olio essenziale molto studiato per le possibili applicazioni
in dermatologia nel trattamento della dermatite seborrea, della
pityriasis versicolor, dell’herpes labialis, dell’otite
esterna e nella pratica del massaggio è Melaleuca alternifolia (Tea
Tree oil).
TTO contiene circa 100 componenti, principalmente monoterpeni,
sesquiterpeni e loro alcool. Sono stati realizzati diversi studi
in vitro ed in vivo tesi ad indagare le attività antimicrobiche
di questo olio su un ampio numero di batteri, lieviti e funghi
.
Hammer et al. (2000) hanno effettuato uno studio comparativo “in
vitro” dell’attività di chetoconazolo,
econazolo, miconazolo e olio essenziale di tea tree contro 50
isolati di lieviti lipidi-dipendenti appartenenti al genere Malassezia,
comunemente presente sulla pelle umana, in modo particolare nella
parte superiore del corpo, dove la secrezione di sebo è elevata. Malassezia spp.,
considerate agenti eziologici di malattie superficiali della
pelle come pityriasis versicolor e dermatite seborreica (Leeming
e Notman, 1987; Marcon e Powell, 1992), hanno mostrato nei confronti
dei quattro agenti antimicrobici (chetoconazolo, econazolo, miconazolo
e TTO) la stessa suscettibilità.
TTO e alcuni prodotti contenenuti in tale olio sono stati valutati
in vivo per per il trattamento di infezioni fungine superficiali
tali come onomicosi e candidiasi orali, con diversi risultati clinici
favorevoli (Buck et al., 1994; Jandourek et al.,
1998). In uno studio condotto in doppio cieco e controllato con
placebo, l’olio essenziale di Tea tree è anche risultato
un efficace antivirale nei confronti di herpes labialis (Carson et
al., 2001).
In un recente studio è stata determinata la suscettibilita
di microrganismi causanti l’otite esterna al TTO (Farnan et
al., 2005). Dai risultati è emerso che il 72% di batteri
e lieviti isolati dagli orecchi di 52 pazienti era suscettibile
al TTO al 2% o meno. L’unico organismo che mostrava resistenza
era Pseudomonas aeruginosa.
Altra importante applicazione degli oli essenziali nel settore
dermatologico è nel trattamento dell’acne.
L’acne vulgaris è una patologia del follicolo pilo-sebaceo molto
comune. E’ accertato che la lesione elementare primitiva
dell’acne sono i comedoni, vi sono poi lesioni infiammatorie
ed esiti cicatriziali. I germi, in particolare il Propionibacterium
acnes intervengono più tardivamente nella comedogenesi
e hanno un ruolo primario nel promuovere la flogosi che porta alle
lesioni infiammatorie.
L’ olio essenziale proposto per il controllo dell’acne
dovrebbe possedere attività antibatteriche, anti infiammatorie
e antiossidanti. L’attività antiossidante dell’olio
può attenuare le cicatrici ipertrofiche e la formazioni
di cheloidi mediante la soppressione della sintesi del collagene
dei fibroblasti senza reprimere quella del tessuto normale sano
(Taniguchi et al., 1995). Sebbene alcune sostanze antibatteriche
ad uso topico e orale, tali come clindamicina, eritromicina, acido
azelaico, tetracicline e doxicicline possono ridurre la popolazione
di P. acnes ed esercitare anche un’azione
antinfiammatoria, essi mancano di attività antiossidante.
Questi agenti convenzionali possiedono anche alcuni effetti collaterali
come l’irritazione della pelle, l’eritema, la secchezza
e la desquamazione (Musial e Kubis, 2003).
I trattamenti alternativi dell’acne possono causare meno
effetti avversi e possedere tutte le attività necessarie
(antimicrobica, antinfiammatoria e antiossidante).
Lertsatitthanakorn et al. (2006) hanno indagato l’attività antimicrobica,
antinfiammatoria, antiossidante di sei oli essenziali: Cymbopogon
nardus L., Cymbopogon citratus D.C., Citrus
hystrix D.C., Ocimum sanctum L., Ocimum basilicum L., Zingiber
cassumunar Roxb and Zingiber officinale Roscoe. L’indagine
sulla sensibilità di Propionibacterium acnes nei
confronti degli oli essenziali, utilizzando la tecnica della microdiluizione
rivela che l’olio essenziale di citronella (Cymbopogon
nardus L.) manifesta i più bassi valori della concentrazione
minima inibitoria (MIC) e della concentrazione minima battericida
(MBC), rispettivamente di 0.005–0.3 e 0.6–1.2 µg/ml.
L’attività bloccante i radicali liberi, valutata sul
radicale DPPH (difenil picrilidrazile) ha mostrato che i
valori di IC50 (concentrazione degli oli essenziali richiesta per
bloccare il 50% di radicali liberi del DPPH) di Ocimum sanctum L.
(0.03 µg/ml), Zingiber cassumunar Roxb. (6.9 µg/ml), Cymbopogon
nardus L. (2 µg/ml), erano più basse dell’acido
ascorbico (7.9 µg/ml). L’attività antinfiammatoria
degli oli era determinate usando il saggio di inibizione della
5-lipossigenasi, rilevando che i valori di IC50 di Ocimum sanctum L.
(0.04 µg /ml), Citrus hystrix D.C. (0.05 µg/ml) Cymbopogon
nardus L. (0.15 µg/ml) erano inferiori a quelli
dell’acido nordiidroacetico (1.7 µg/ml).
In conclusione, i risultati del presente studio hanno evidenziato
come Cymbopogon nardus L. possa avere un importante ruolo
nel trattamento dell’acne.
Data ultima revisione: Marzo 2007